giovedì 28 febbraio 2013

H&M e la sfilata dell’anno


In streaming, sempre sia lodato,  ho visto la sfilata che hanno  deciso di regalarsi niente meno che nella prestigiosa cornice del Museo Rodin. 



Location scelta in passato  da Dior, durante la fine di John Galliano e da Tom Ford prima, quando era a Yves Saint Laurent. E così ho visto, ospiti famosissimi ed elegantissimi (che i superlativi assoluti ci stanno bene), accolti da un lusso trionfante. Più di 15 piccole stanze con divanetti, lastre di marmo e sedie in vimini dorate intorno a tavoli da pranzo; un salotto marocchino, una sala in stile Art Deco con soggiorno, bagni in marmo e una camera da letto per bambini. E camerieri, servire champagne come se non ci fosse un domani. Ma ecco la collezione. In gran parte in bianco e nero (ma che idea originale),  con gilet oversize in shearling, confusi maglioni in mohair, mantelle con passamaneria per finiture, minidress di velluto nero con cinture con frange pendenti, giacche coperte da migliaia di piccole piume e abiti blu scuro cosparsi di paillettes d'argento, ma non sufficienti per coprire la biancheria sotto. E poi la Cara Delevingne, che ha flirtato con il pubblico,  di stanza in stanza, per la gioia di fotografi e telecamere. Abiti, vagamente (ma vagamente però) ispirati a Stella McCartney , a Balmain, a Dries Van Noten e a chissà cos’altro e a chi.
Egregi Signori Hennes & Mauritz, mi permetto di darvi un consiglio. 

Lasciate perdere le passerelle.

Con affetto

Vostra Maria Katia, sempre.



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mercoledì 27 febbraio 2013

Solo un po’

E si perché ne basta davvero un pizzico, come di peperoncino piccante.



Avete presente la corona di peperoncini rossi, quelli lasciati  essiccare al sole? Perché sono del sud, si sa  e al mio paese si dice che un po’ di peperoncino basta ad esaltare  i sapori. Ma poco, perché altrimenti poi brucia il palato e rovina il gusto. Si lo so, pare quasi la pubblicità in bianco e nero di Stefano e Domenico. Santa Agata magari no, ma nasco  poco “più in alto” e la “cultura” è quasi la stessa. Quindi un po’ di animalier nel look, come un pizzico di peperoncino nel sugo. Oddio, il paragone forse non è glam, anzi no, non lo è per niente, ma rende benissimo l’idea. Ovvero basta sfoggiare  una borsetta, o gli occhiali da presbite (come i miei,  per intenderci), oppure una sciarpa, a volte oso anche un po’ di più, indossando dei fantastici pantaloni stampa leopardo che mi fanno tanto sentire Anna (Dello Russo, naturalmente). Insomma, adoro l' animalier e il peperoncino. Tanto non sono chic, l’ho già scritto e ripetuto tante volte.

E nessuno è perfetto, tantomeno io.  






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lunedì 25 febbraio 2013

Sua Maestà Re Giorgio


Stamane alle ore 11,00, nella famosa Via Bergognone 59, si può dire l’ultima sfilata della Milano Fashion Week, ovvero quella di Giorgio Armani.

E quindi abbiamo visto:  gonne longuette con calze nere velate che nessun altro avrebbe avuto il coraggio di proporre. Pantaloni larghi e scarpe piatte che mortificano la femminilità di qualsiasi donna. Colbacchi neri calati fin sulle orecchie che neanche in Siberia e gilet a pelle, moderni solo negli anni “90.
E poi ancora, abiti da sera lunghi e dritti con ballerine, lontani dal glamour anni luce. E un solo colore, il nero. Su di una passerella bianca.

Applausi.

Grande Re Giorgio.

Che nonostante tutto riesce a mantenere il suo primato nella moda italiana.

Che qualcuno mi spieghi come, per favore.












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Che cos’è la semplicità?


Sicuramente una cosa che non mi appartiene.



Devo ancora adempiere (si dice così, no?) al mio dovere di cittadina (confusa). E si, perché devo andare a votare, anche se non ho ancora deciso chi e soprattutto perché. Si lo so, forse molti italiani si chiedono la stessa cosa, ma mal comune, in questo caso, non fa mezzo gaudio. E poi stamane caffè e “pensieri” sulla Cruise, che non è una cosa che si mangia, no. E’ una definizione nella moda per una parte di collezione. E rifletto sul come, sul dove, insomma sul mood. Come si dice. E non si intona in nessun modo con il mio compito di cittadina onesta. Una giostra di pensieri di lunedi mattina che non sono ancora chiari, né sulla cruise e tantomeno sul mio diritto al voto. Sarà perché piove e sono (anche) metereopatica.

Sarà.





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domenica 24 febbraio 2013

Che la moda sia con noi. E buona domenica.


Vorrei poter essere sempre presente dappertutto, là dove mi interessa naturalmente. 




Vorrei  poter fare due, ma anche tre,  cose insieme, vorrei, a volte anche poter ascoltare i pensieri di qualcun altro e le sue emozioni, e vorrei almeno per una volta volare con il pensiero. E invece niente di così superlativo. La tecnologia aiuta certo, ma non così a fondo. E mi accontento di “santo streaming”  che mi tiene in contatto là dove non posso essere e così ho visto in diretta la sfilata della signora della moda italiana. Miuccia Prada. << Nessun brand italiano è cosi all’avanguardia. Così pulito, così elegante e moderno>>.

Che la moda sia con noi.
E buona domenica. 






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giovedì 21 febbraio 2013

Summary


Fashion Week a New York e poi a Londra, ora Milano e poi Parigi, certo.



Ma qualcuno può dire alla mia influenza che non è di moda? Quasi una settimana in “sua compagnia” e neanche tanto simpatica, vi assicuro. Ma ho cercato di “vedere” di tutto, lo streaming si sa aiuta, quasi come le vitamine. E così confermo,  che Alexander Wang con il suo saluto a New York è stato bravissimo, come sempre. Che il ronzio su Oscar de la Renta era quasi palpabile da qui e con buona ragione, certo. Il ritorno del grande John Galliano. E che non era suggestione, la sua intromissione nello stile era fin troppo evidente. Che Londra, sta sempre avanti a tutti e che la sfilata che ho adorato di più era, indovinate quale. Lui. Il più grande, ritornato con una collezione, che definire bella è troppo poco e che, seconde me resta sempre, il più glam della moda. E si, amo Tom Ford con tutto il mio cuore. Ora c’è Milano, che già lamenta Calendari, Presidenti uscenti e forse anche rientranti, Patrizio Bertelli che ammonisce, insomma ce n’è per tutti i gusti.
Moda compresa, naturalmente.

E cosi sia. 






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giovedì 14 febbraio 2013

E buon San Valentino sia


E si, perché non sono contro. Anzi, perché mai dovrei esserlo?



Fosse per me farei l’albero di Natale come nei film americani, alto due metri e con i regali davanti al camino. Adoro i fuochi d’artificio dell’ultimo dell’anno. I dolci di carnevale,  le uova di cioccolata, la grigliata di ferragosto e persino la profumatissima mimosa. E San Valentino compreso. Ma perché che c’è di male? Non sono chic questo già si sa e neanche radical snob,  e allora sarà per questo che amo tutte, ma proprio tutte le feste.

Io dico che festeggiare fa sempre bene al cuore, date retta a me.





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mercoledì 13 febbraio 2013

AD 2013 - 13 febbraio

Ovvero il giorno che precede S. Valentino


Siamo donne emancipate. Che ci alziamo presto al mattino e affrontiamo il mondo che sta fuori con  coraggio e lealtà.  E ci diamo anche molto da fare, lavoriamo sodo e stiamo stoicamente in piedi su 12 cm senza colpo ferire. Soffriamo il freddo in silenzio. Si,  perché le calze  non vanno più e quindi meravigliose gambe, ma gelide in pieno inverno. Non abbiamo mai creduto alla storia dei Maya e riusciamo anche ad essere “toste”.  Non ci fa paura nulla, o quasi. Ma non c’è donna (me compresa, naturalmente) che non si “sciolga”,  davanti ad un mazzo di rose rosse inviate a casa. Perché è chiaro,  che le donne siamo sempre (stupidamente) romantiche.

Messaggio,  neanche tanto criptato,  per i signori uomini in ascolto.





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giovedì 7 febbraio 2013

Vista dall’alto


dei tacchi.


E si, perché osservare il mondo sui tacchi alti dà tutta un’altra prospettiva. E un paio di scarpe, fossero anche di Louboutin, costano sempre meno dello psicanalista. Fatevelo dire da chi delle scarpe ne ha fatto un culto. Aiutano a sentirsi più sicure ad una importante riunione di lavoro e ancor di più se è un primo colloquio. A tirar su il morale, una mattina che ci si sente uno straccetto. A sentirsi belle,  se invitate a cena da un uomo. E non ultimo ad ancheggiare e apparire tanto glam. Questo vi pare vanitoso? 

E perché. Siamo donne e felici di esserlo.



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mercoledì 6 febbraio 2013

Voce del Verbo Fumare


Io fumo e sono felice.

Voi fate una buona giornata. 



fumare v. intr. e tr. [lat. fūmare]. – 

a. intr. (aus. avere) Emettere o produrre fumo. 
Con altro senso, mi fuma la testa, quando il cervello è stanco, affaticato e non connette più bene le idee: quando la testa mi fumava, chiudevo la biblioteca (Pirandello). 

b. trans., poet. Esalare, emettere (fumo o vapore): Vedea per l’ampia oscurità ...Fumar le pire igneo vapor (Foscolo); fig.: l’amor del gusto [di ciò che appaga, cioè, il senso del gusto] Nel petto lor troppo disir non fuma (Dante), non suscita, non fa nascere. 

a. Con uso trans. o assol., aspirare il fumo del tabacco: f. una sigaretta, un sigaro; f.come un turco;

b. fig. Nel gioco del poker, fumo, espressione con cui il giocatore dichiara di «essere servito»

c. fig. Fumarsela, mostrare indifferenza di fronte a minacce o altro

ant. Dimorare stabilmente in un luogo e avervi il proprio focolare (da qui il termine di fumante, e il nome di gabella del fumo o dei fumi, dato a volte all’imposta personale o focatico).
Part. pres. fumante, anche come agg.





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martedì 5 febbraio 2013

Uomo per un Giorno

Quarantenne in Città


Sveglia presto. Devo andare in ufficio. Accendo la Nespresso e vado  a farmi la barba, anche se stamane non ho proprio voglia di radermi.
(Davanti allo specchio). Qualche rughetta in più stamattina.  Ma no. Ho solo il viso stanco. E poi stasera vorrei anche uscire. Porterei volentieri in pizzeria la signorina appena assunta. In pizzeria, si. Non voglio mica spendere tanto.  E’ giovane e carina. E magari ci sta anche. Le “giovani” si sa, sono sveglie e moderne. Potrei invitarla dopo da me, magari con la scusa  del caffè a casa mia. Ma si. Farò così. E poi anche l’altra, l’assistente del capo, non è male. Mi guardava pure, l’altro giorno alla riunione. Con lei magari potrei fare il week end di Pasqua. Senza impegno, si capisce. Anzi glielo dico prima, così è tutto chiaro sin dall’inizio. Perché si sa , io sono un uomo corretto. Ma si, farò così. E poi una di queste sere incontro Giulio, chissà come sarà l’amica di cui mi parlava. Basta invece con Francesca che si aspetta la storia seria.  La mia meravigliosa casa invasa da abiti, scarpe e chissà cos’altro? Proprio no. Il divorzio mi è già costato fin troppo caro e quindi fine con le donne in cerca di storie d’amore. Accidenti, è il mio I Phone che trilla. Ma chi sarà di prima mattina. Uh, è la quarantenne. Eh no, non le rispondo,  da ieri mi avrà inviato chissà quanti  sms. No. Non rispondo. Capirà. Anche se le donne non capiscono mai quando devono smetterla. Loro si sa, sono brave a crederci e si illudono con poco.

E che qualcuno (degli uomini) provi a smentirmi.





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