In streaming, sempre sia lodato, ho visto la sfilata che hanno deciso di regalarsi niente meno che nella prestigiosa cornice del Museo Rodin.
Location
scelta in passato da Dior, durante la
fine di John Galliano e da Tom Ford prima, quando era a Yves Saint
Laurent. E così ho visto, ospiti famosissimi ed elegantissimi (che i
superlativi assoluti ci stanno bene), accolti da un lusso trionfante. Più di 15
piccole stanze con divanetti, lastre di marmo e sedie in vimini dorate intorno
a tavoli da pranzo; un salotto marocchino, una sala in stile Art Deco con
soggiorno, bagni in marmo e una camera da letto per bambini. E camerieri,
servire champagne come se non ci fosse un domani. Ma ecco la
collezione. In gran parte in bianco e nero (ma che idea originale),
con gilet oversize in shearling, confusi maglioni in mohair, mantelle con
passamaneria per finiture, minidress di velluto nero con cinture con frange
pendenti, giacche coperte da migliaia di piccole piume e abiti blu scuro
cosparsi di paillettes d'argento, ma non sufficienti per coprire la biancheria
sotto. E poi la Cara Delevingne, che ha flirtato con il pubblico, di
stanza in stanza, per la gioia di fotografi e telecamere. Abiti, vagamente
(ma vagamente però) ispirati a Stella McCartney ,
a Balmain, a Dries Van Noten e a chissà cos’altro e a chi.
Egregi Signori Hennes & Mauritz, mi permetto di darvi un consiglio.
Lasciate perdere le passerelle.
Con affetto
Vostra Maria Katia, sempre.
(photo Tumblr)