giovedì 26 settembre 2013

Cose da Fashion Week II parte


Inutile dire che quella santa donna della mia amica è stata con me a Milano e dove ho potuto (spesso l’invito è nominale) l’ho portata con me. 

Di seguito ecco quello che ha scritto e scattato, perchè anche le foto sono le sue.




<< La mia amica mi chiede un parere, ovvero la fashion week vista da una donna del popolo. Eh si. Perché se fino a ieri pensavo che la moda fosse eleganza, conoscenza dei tessuti e soprattutto accostamenti di colori. Beh, mi sbagliavo di grosso.
Ho sempre creduto nella donna manager vestita Giorgio Armani (come la sottoscritta). A Milano invece, mi sono sentita una povera provinciale e anche di basso rango. Non mi sarebbe mai venuto in mente di indossare delle scarpe stringate (modello da uomo) in tre colori, senza calze e per di più con un vestitino corto, corredato anche da cappello in tinta e nemmeno un abitino bianco estivo con anfibi invernali. E ancora stivali di pelo con lungo gilet di pelliccia stile yeti, mentre in verità,  morivo dal caldo caldo nella t shirt Dolce & Gabbana (che è il massimo della mia trasgressione). Per non parlate delle russe. Ore 9,00 del mattino e vestito largo di pizzo bianco e blu, scarpe con tacco alto, borsa rossa di Vuitton e capelli platino.
Ma al di là dello street style, in verità ho apprezzato e compreso (forse per la prima volta)lo sforzo fisico, lo stress psicologico, l'impegno economico e tutta la fatica che c'è dietro.
E' facile stare fuori ad un grande portone, in attesa che inizi una sfilata a criticare chi vuole essere riconosciuto a tutti i costi. Ma la moda, in verità è industria, lavoro e da oggi ne sono certa. 

Tesoro non so se era quello che volevi, ma faccio l'affittacamere e non la blogger, quindi accontentati.

Baci. T.V.B. >> 








2 commenti: