Ho deciso di fare il
salto e speriamo sia di qualità. Ma lo farei comunque. Perché fra tanti difetti
che ho, c’è anche quello di fare le cose fino in fondo. Come dire, non tollero
le vie di mezzo e questo non è certo un pregio. Dunque passo il mio adorato e
semiserio blog su dominio, nientemeno il mio nome diventerà .com e già mi viene da ridere.
Per mia informazione e per imparare, continuo
a leggere, vedere e consultare, i blog famosi, per capire come funziona e come
si fa. Ma mi sono arresa ancora prima di
cominciare. Leggo di 5mila e più followers con: qual è il vostro outfit
preferito con l’apostrofo, 5, 6, 7 o forse 8 puntini sospensivi, a seconda dell'umore (?) e un al maschile apostrofato, dove seriamente si spiega perché
il plateau non è più di tendenza neanche fosse la nuova scoperta della medicina (chissenefrega tanto gli stivaletti rosa di Prada mica li butto nella
differenziata) e poi didascaliche teorie sulle sfilate, copiate da testi
già noti, senza alcun coraggio di esprimere la propria opinione. E ancora, foto
che in confronto, quelle che scattava la mia mamma ai miei compleanni con la torta
alla crema e la bottiglia di Cinzano, sembravano di Patrick Demarchelier. Con About Me (che non
sia mai scriverlo in italiano) “mi piace l’arte, la filosofia e la storia”.
Ma la moda no? Visto che è di questo che tenti di scrivere?
Ma il blog non nasceva come uno spazio
personale, senza né direttori e né editori, dove poter scrivere liberamente i
propri pensieri ed esprimere finalmente il proprio gusto (magari ad averlo). Scrivere in italiano corretto, ancora prima di tradurre anche in inglese e usare una giusta dose di ironia e di leggerezza, tanto il Premio Nobel per la moda non lo inventeranno mai.
Oppure non ci ho capito nulla.
Oppure non ci ho capito nulla.
Così. Per sapere.
(photo Tumblr)
Mi fai morire dal ridere!! Sono le stesse cose che penso io (sopratutto gli stivaletti nella differenziata) scritte però molto meglio! Buona giornata e complimenti per il dominio.
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