Avevo detto che non sarei andata agli Uffizi, ma da Luisa. E poi dritta agli chicchissimi divanetti del Cafè di Gucci Museo per un aperitivo.
E così ho visto la mostra. La storia del
brand raccontata da meravigliosi oggetti che hanno segnato un’epoca, anzi le
epoche, da Guccio Gucci fino agli anni “80. E a conclusione, degli splendidi abiti da gran soirée per le star
americane, datati 2012. Ma qualcosa non mi tornava. Scusi, ma la parte di Tom Ford? Ho chiesto ad
una delle guide della mostra (tanto perchè non sto mai zitta). E lei, con un tono imbarazzato e anche un po’
arrossita in volto, mi risponde che la mostra era stata organizzata da Frida
Giannini e che quindi. E quindi cara Frida, vorrai mica ignorare che
prima di te il grande Tom ha costruito il brand dalle ceneri e che fino al 2004
è stato il direttore creativo? E no, non puoi farlo, soprattutto perché,
diciamoci la verità, ti ispiri molto a quello che era il suo stile (e fai benissimo) e anche se oggi sei osannata e fotografata e sei pure diventata mamma, a proposito tanti
auguri, non puoi. No. Tesoro, non si può mica cancellare la storia
e riscriverla.
Neanche quella di Gucci. Soprattutto perché noi, l’addio di Tom Ford tra lacrime e petali di rose non l’abbiamo ancora dimenticato.
Neanche quella di Gucci. Soprattutto perché noi, l’addio di Tom Ford tra lacrime e petali di rose non l’abbiamo ancora dimenticato.
(photo Tumblr)
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