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mercoledì 11 settembre 2013

Il (giovane) stilista che non c’è


o designer. Chiamatelo come volete.




Pare che la mia frase: “ma i giovani (talenti) italiani dove stanno? Abbia scatenato una polemica, che in verità intendo continuare.
E si, perché non ne posso più di ascoltare e leggere che in Italia nessuno si occupa dei (poveri) giovani. Che sarà anche la verità, ma di quelli (davvero) bravi, personalmente non ne ho mai incontrato nemmeno uno. Da (semplice, eh) professionista del settore, spesso sono invitata a concorsi per esordienti e final work vari,  su passerelle ufficiali e non. E mai, dico mai, ho visto un giovane di vero talento. Sempre e solo abitini con paillettes e piume, con al massimo una manica diversa dall’altra e orli asimmetrici. Mai nelle (continue) e mail che ricevo di giovani che si spacciano persino per designer di gioielli, vedo cose diverse da braccialetti e collanine in filo di cotone e perline. Mai ho incontrato davanti alle vetrine di Prada (o di altri brand) folle di ragazzi a prendere appunti e mai a fare foto davanti agli styling di Zara (che quest'anno copia addirittura Balenciaga). Mai ho visto giovani in libreria a comprare (e leggere) libri sulla moda e nemmeno fare la fila in edicola per Vogue America. Quella sotto casa, ha due sole prenotazioni, la mia e di qualche altro fanatico, mio (sconosciuto) vicino di casa.

Sarà certamente vero che (forse) Franca Sozzani è lontana dai giovani. Ma chi dovrebbe aiutare, ditemi. Che intanto rimango della convinzione: non esistono geni incompresi, anche alla lunga e con tutte le difficoltà del caso, chi è talentuoso per davvero, prima o poi, da qualche parte, si nota. E gli ultimi bravi hanno la mia età, di 25enni, nemmeno uno.

Accettate un consiglio dalla zia, fatevi un esame di coscienza. O cambiate lavoro. 









(photo Mes Illusions Sous Ecstasy)